Sul post dedicato al Music Day, la fiera di vinili tenuta a Roma lo scorso settembre, avevo evitato di parlare dei dischi che avevo preso per non fare lo stesso errore già fatto nel post del viaggio in Olanda dove per dare importanza al contesto ho trascurato la musica.
In questo modo, invece, ho tutto il tempo di fare un bel pistolotto sui miei amati Pink Floyd arricchito da vivaci foto di vinili colorati.
Vale a dire un post sulle prede del Music Day Roma!!
Discografie alternative:The Man and the Journey dei Pink Floyd
Qualche giorno fa impazzavano nel web un po’ di articoli (questo ed alcuni post di questo blog) che si immaginavano una storia alternativa dei Pink Floyd dove Syd Barrett non si era bevuto il cervello ed era rimasto alla guida del gruppo.
Chi mi conosce sa che io faccio parte dell’ordine dei Gilmouriani anabarrettisti (quelli che festeggiano la pasqua il giorno che Gilmour ha fatto per la prima volta il barrè) e che rimpiango non tanto l’uscita di Barrett dal gruppo (niente di personale, Syd!), quanto la pessima gestione della discografia del gruppo nel loro periodo più creativo (dal 1968 a Dark Side of the Moon).
The Man and the Journey è un esempio emblematico di questa gestione.
Quando fu presentata al pubblico per la prima volta, il 14 aprile 1969, la suite, che racconta la giornata psichedelica di un uomo dei “tempi moderni”, era per lo più inedita. Man mano che questa si affinava sul palco durante un tour in Inghilterra ed in Olanda, però, veniva letteralmente saccheggiata dal gruppo per far fronte alla continua richiesta di nuovo materiale da dare in pasto al mercato discografico.
E così a giugno dello stesso anno esce Soundtrack from the film More, colonna sonora dell’omonimo film di Barbet Schroeder, un disco più che ascoltabile, sia chiaro, ma che è una semplice “raccolta di canzoni”, una concezione di album commerciale che già all’epoca era vecchia.
In questa raccolta, però, c’erano pezzi come Green is the Colour, Cymbaline, Up the Kyber e Quicksilver presenti sotto altro nome in Man and the Journey.
Non solo, dopo altri 4 mesi (il 25 ottobre 1969) esce un altro album dei Pink Floyd: Ummagumma.
[Attenzione! E’ sconsigliata la lettura delle prossime righe ai fanatici di Ummagumma deboli di cuore]
Anche in questo caso, seppure non privo di fascino, al vaglio della storia Ummagumma è un doppio LP abbastanza debole.
Il disco live contiene brani del loro repertorio in una versione che NON sarà quella definitiva (tre quarti dei brani saranno suonati, li sì in forma definitiva, nel Live a Pompeii e di Interatellar Overdrive ne esistono versioni ben più interessanti).
Il secondo disco, invece, contiene delle sperimentazioni in studio dei singoli membri che sono le cose migliori dell’album ma che, per stessa ammissione del gruppo, sono un po’ grezze.
Tra le sperimentazioni c’erano Grantchester Meadows, The Narrow Way, the Grant Vizier’s Garden Party anche queste prese dalla suite in questione.
Quando il 17 settembre 1969 the Man and the Journey, raggiunta ormai la sua forma definitiva, fu registrata durante un’esibizione al Concertgebouw di Amsterdam con l’intenzione di essere pubblicata, i Pink si resero conto che nel frattempo era già stata edita quasi per intero sotto altre forme per cui non ne fecero niente.
Fortunatamente la registrazione di quel concerto, con qualità da disco ufficiale, è stata conservata ed è disponibile su diversi bootleg tra cui questo “Amsterdam 69”.
Il disco è stato pubblicato dalla Swingin Pig Record, gli stessi che avevano pubblicato anche Rise and Shine di cui avevo parlato in questo post e devo dire che le pose che si sparano sulla copertina hanno un fondamento, finora ho trovato solo pubblicazioni ben fatte di concerti chiave del gruppo con qualità audio molto buona.
Epilogo:
Mentre i Pink e la loro casa discografica perdono tempo a pubblicare album a casaccio per guadagnare qualche soldo, negli stessi giorni (il 10 ottobre 1969) i King Crimson pubblicano il loro album di esordio In the Court of the Crimson King, un monolite che da’ vita al disco inteso come Opera d’arte totale fatto di coerenza tra musica, testi e copertina e rubando la scena ai nostri che con questo The Man And The Journey sarebbero potuti arrivare in anticipo e cambiare il corso degli eventi.
Fortunatamente il treno della storia per i Pink Floyd ripassò tre anni dopo con Dark Side of the Moon, e quella volta non lo persero.
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Pink Floyd – BBC Sessions Volume 2
La pubblicazione di Ummagumma ha avuto suo malgrado anche un altro demerito, quello di bruciare al gruppo la carta dell’album Live con un concerto abbastanza scontato lasciando inedito moltissimo materiale fantastico che ancora oggi giace negli archivi e grida vendetta.
Un esempio sono le versioni live dei brani “Cymbaline” e “Fat Old Sun”, due canzoni che nei concerti diventavano delle suite che superavano i 10 minuti di durata e che sono state suonate per anni ma che non sono contenute in alcun album ufficiale.
E se il precedente disco l’avevo preso anche per la versione “estesa” (seppur precoce) di Cymbaline, questo l’ho preso anche e soprattutto per la versione di Fat Old Sun.
L’album contiene l’ultimo concerto dei Pink Floyd per la BBC e per il loro amico John Peel, suonato al Paris Theatre di Londra il 30 settembre 1971 che bissa un esperimento fatto l’anno precedente nello stesso posto sempre per la BBC e che è stato pubblicato nel “Volume 1” di questa serie.
A differenza del primo volume, però, che contiene delle versioni dei brani in definitiva simili alle versioni originali, in questo secondo volume, oltre alla versione di Fat old Sun di 14 minuti di cui ho già detto, c’è una rara versione live di One of These Days, e due gradevoli versioni di Embryo e di Echoes il tutto, anche stavolta, in qualità da album ufficiale.
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Pink Floyd – Obscured by Clouds
Il disco dei Pink a cui sono meno affezionato, più che altro perchè nella mia gioventù (quando procurarsi un disco significava sborsare relativamente tanti soldini o trovare qualcuno che lo aveva già e farselo prestare) semplicemente non ce l’avevo, e non me ne facevo un problema dato che tutti lo consideravano un disco di passaggio.
In realtà oggi lo trovo buono e concordo con Matteo Bianchi che, dal sito di TonyFace, fa notare come questo album anticipa di diversi anni il “sexy pop elettronico” degli Air e degli altri gruppi francesi degli anni ’90 (per chi volesse approfondire, la Colonna Sonora di the Virgin Suicides è uno dei capolavori del genere).
Di canzoni che non avrebbero sfigurato ad esempio nel lato B di Meddle ce ne sono diverse. Come questa:
oppure la fantastica Wot’s… uh the Deal di cui ne parlavo in un altro articolo.
Non trovate?
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Tutti gli altri
Come al solito appena ho un attimo di tempo finisco a parlare dei Pink Floyd… quel giorno però mi sono portato a casa diverse pietre miliari che ancora mancavano nella mia Home Record Collection.
Da Tales from Topographic Oceans degli Yes, pagato 5 euro ma di cui ho già parlato in questo post, a Relayer, sempre degli Yes, sempre 5 neuri.
E poi ancora altri due album a 5 euro: Verità Nascoste delle Orme, secondo della loro trilogia rock (comprendente anche Smogmagica e Storia o Leggenda); ed Earthbound dei King Crimson, album live che chiude la prima fase della loro carriera. Il gruppo sarebbe tornato dopo un paio di anni con Larks Tongue in Aspic ma era un’altro gruppo.
Oltre ad avere una qualità audio veramente da schifo per essere un album ufficiale, questo disco si distingue perchè è uno degli album in cui è presente Mel Collins 🙂
E poi, infine, altri album che inizialmente volevamo comprare dallo stesso dei due bootleg dei Pink Floyd (che poi era la versione itinerante del negozio ELASTIC ROCK) ma che, al termine della trattativa ce li ha regalati:
Zenyatta Mondatta dei Police e tre album di Gianna Nannini (Malafemmina, GN e Scandalo) per la gioia di Lady SHRC.
Che Music Day…
Ottimo report, dettagliato in tutte le sue sfaccettature. Mi riconosco pienamente negli acquisti ossessivi/compulsivi! 😀 Un saluto!
Ossessivo/compulsivo è la definizione giusta. La Kinsella potrebbe scriverci I love shopping in the record store 🙂