I negozi di dischi sono l’altra faccia del mondo dei vinili ed i racconti strappalacrime che vengono fatti su quanto era meglio prima quando c’erano quei dischi neri che ruotavano ipnoticamente nel salotto di casa, possono essere replicati tali e quali per i negozi.
Qualche giorno fa il blog bastonate ha pubblicato un post dal titolo “Sei motivi per cui la Fnac (e simili) non sono negozi di dischi” che, a parte il fatto che l’autore è un fenomeno e che il post ti fa ammazzare da ridere, è un po’ una summa di questi discorsi nostalgici.
A bocce ferme, però, penso che il tempo abbia un po’ ammorbidito i ricordi perchè quando ero un habitué dei negozi di dischi (diciamo fino alla fine degli anni novanta) erano più le volte che pensavo che i negozianti fossero dei bastardi in combutta con le case discografiche piuttosto che dei benefattori che dispensavano cultura all’umanità senza fini di lucro.
Facendo naturalmente i dovuti distinguo tra negozio e negozio, mi ricordo benissimo che alcuni negozianti pur di venderti il disco che volevano loro erano disposti a dirti che sopra ci aveva suonato Jimi Hendrix, Freddie Mercury ed il Sindaco di Roma insieme.
Un aneddoto del genere riguarda un negozio di dischi di Frascati, quello che in assoluto ho frequentato di più e che oggi, purtroppo, ha chiuso.
All’inizio degli anni novanta, avendo sentito parlare di Django Reinhardt come di uno dei più grandi chitarristi della storia (mi stavo facendo una cultura di classiconi), passai in negozio a chiedere se aveva qualcosa. Lui mi rispose di no e la cosa finì lì.
Quando tornai un paio di settimane dopo mi disse di aver preso per me un cd di Reinhardt (la raccolta 1910-1953) dato che glielo avevo chiesto.
Dopo averlo visto e soprattutto dopo aver visto il prezzo (se non sbaglio costava una ventina di mila lire, che per un cd da comprare al buio era tantissimo) lo ringraziai ma gli dissi che non mi interessava.
Iniziò una polemica lunga due ore, che lui l’aveva preso per me e che non poteva mandarlo indietro e che, sostanzialmente, me lo dovevo prendere per forza.
Io ho provato a spiegargli che chiedere un disco ed ordinarlo erano due cose ben diverse ma alla fine, vuoi perchè comunque ero curioso, vuoi perchè ero un “indifeso” ragazzino di 15 anni di provincia , me lo sono preso.
A parte il fatto che il disco diventò uno dei miei preferiti di sempre e che ancora oggi conservo il cd (cosa assai rara) e lo ascolto quando ho voglia di rilassarmi, la scenata da parte del mio “negoziante di fiducia” rende l’idea di quello che è il mio ricordo sui negozi di dischi e sui negozianti.
Certo oggi è tutto cambiato.
Se Napster e derivati sono stati una mazzata per l’industria musicale, infatti, lo sono stati ancora di più per i negozi di dischi. Le grandi catene hanno chiuso tutte diventando al massimo un reparto in una libreria o in uno store di elettrodomestici.
I piccoli negozi indipendenti hanno chiuso e basta.
In uno scenario del genere i negozianti di dischi stanno diventando una specie di razza in via di estinzione ed i pochi che sono rimasti nella maggior parte dei casi hanno cambiato atteggiamento.
Da un paio di anni, quindi, ci sono tornato. E devo dire che spulciare tra gli scaffali alla ricerca di qualche chicca magari a poco prezzo e, soprattutto, tornare a casa con l’album senza dover aspettare i tempi di spedizione di internet, continua a darmi una certa emozione.
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Comunicazioni di servizio
Termino il post con un autoreferenza perchè una cosa su cui i negozi di dischi devono ancora lavorare è la pubblicizzazione.
Non so se vi è mai capitato, ma ogni volta che cerco un negozio di dischi su internet faccio una fatica enorme. In genere i primi 10-20 link di Google sono quelli di Pagine Gialle e simili che danno informazioni di negozi chiusi o che mettono nella stessa categoria negozi di elettrodomestici, Hi-fi e dischi. Oppure che danno per scontato che in un negozio di dischi uno cerca un CD e quindi non riesci a capire se ci trovi anche i vinili o no. Un casino insomma.
Nella speranza di semplificare la vita a qualche altro “cacciatore di vinili”, quindi, ho creato una pagina di SHRC dedicata ai negozi di dischi in vinile che conosco personalmente e che ho messo qui
NEGOZI DI DISCHI
Dato che c’ero ho dato una sistemata anche alla Site Map del sito e la pagina con i Vinili della SHRC ed ho finalmente creato la pagina Facebook
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Belli questo post e quello linkato.
Una volta tanto, si parla di negozi di dischi in modo non banalmente agiografico: ricordo perfettamente anch’io parecchie teste di cazzo tra i negozianti… 🙂
Grazie Allelimo, quello che è giusto è giusto.
Solo ripensare a tutti i soldi che gli ho lasciato me li fa ancora stare sulle balle… Fortunatamente il tempo ha sistemato tutto.