Dacci oggi il nostro Rock Quotidiano

Recensioni musica anni 90

Prendendo spunto da questo post ho deciso di pubblicare un tesoro ritrovato casualmente un paio di anni fa in un cd uscito fuori da un armadio durante un trasloco: Una serie di articoli di attualità musicale scritti da me medesimo fra il 1998 ed il 2000 ed all’epoca pubblicati da un giornalino locale.

Per presentarli ho scelto la forma del falso blog creandone uno ad hoc dal titolo Dacci oggi il nostro Rock Quotidiano che è online qui.

Gli articoli sono tali e quali agli originali (compresa la data di ultimazione che è diventata la data di pubblicazione del finto post) a cui ho aggiunto una foto della copertina e le note dell’album prese da Wikipedia.

Rileggendo questi articoli a quindici anni di distanza mi vengono in mente due cose:

La prima, personale, è che allora scrivevo molto meglio di oggi: in questi articoli tutto è così semplice e lineare (mentre ora per scrivere un post passo ore a pensare, scrivere e correggere per poi essere difficilmente soddisfatto di quello che esce fuori).

L’altra riflessione, più generale, è che a livello di attualità musicale non è cambiato niente. I nomi nella maggior parte dei casi sono gli stessi di oggi; ed anche i generi musicali sono gli stessi.

Persino le pippe mentali del bravo musicologo moderno (la musica liquida, la scomparsa del supporto fisico, i diritti d’autore violati e la sopravvivenza degli artisti…) erano già di attualità (vedi qui).

Gli articoli in tutto sono 17 da leggere uno al giorno prima di andare a dormire:

I Dischi del 1998

Sett. 1998 – Mechanical Animals – Il nuovo album di Marilyn Manson

Ott. 1998 – Un nuovo mondo di Gommalacca – Franco Battiato

Nov. 1998 – Unkle – Psyence Fiction – Proposte per una musica del nuovo millennio

Dic. 1998 – U2 The best of 1980- 1990 – Scalata sui tetti del mondo


I Dischi del 1999

Feb. 1999 – www.underworld.com – Beaucoup Fish

Mar. 1999 – IL SUONO CHE (NON) CAMBIA – L’Infinito, il nuovo disco dei Litfiba

Apr. 1999 – Thriteen, il nuovo album dei Blur

Giu. 1999 – Favola di Adamo ed Eva – L’esordio di Max Gazzè

Lug. 1999 – IN DUST WE TRUST – Surrender dei Chemical Brothers

Set. 1999 – Lo spirito dei Balcani – Emir Kusturica & No Smoking Orchestra

Ott. 1999 – Hours… – Il nuovo disco di David Bowie

Nov. 1999 – Bluvertigo – Si riparte da Zero


I Dischi del 2000

Gen.2000 – I Delta V a Roma

Apr. 2000 – IS THERE ANYBODY OUT THERE? Il live di “The Wall” dei Pink Floyd

Mag. 2000 – 3Prozac+: il suono della nuova musica italiana?

Giu. 2000 – Binaural, il nuovo album dei Pearl Jam

Set. 2000 – L’altra faccia dell’america – The Marshall Mathers di Eminem


Rock Quotidiano copertina

Gli Ebook di SHRC: DACCI OGGI IL NOSTRO ROCK QUOTIDIANO

Gli articoli del blog sono stati raccolti per la prima volta in un ebook in PDF che puoi scaricare CLICCANDO QUI. Nel 2015 è stata fatta una versione riveduta e corretta che trovi qui sotto.

Una buona e sana overdose di recensioni musica anni 90!!!!

BUONA LETTURA!!!


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Nel 2015 l’ebook è stato rivisto e corretto.

La NUOVA VERSIONE LA TROVI QUI

Sarà l’edizione definitiva???

11 commenti

  1. Bello!
    Però, dai, concediamoci che qualche nome nuovo in giro si è pur affacciato; così su due piedi White Stripes (e spin-off); Black Keys, B.R.M.C., Kings of Leon, Killers….
    Poi dei vari Bowie, U2, Pink Floyd… di quelli non ci libereremo mai, occuperanno i titoli dei giornali che leggeranno i miei figli, credo…

  2. Oppure, perdonami SaluzziSHRC, a livello musicale per te non è cambiato niente.
    Non conoscere o non apprezzare le cose nuove non vuol dire che queste non esistano.
    Tieni presente che per molti appassionati di classic rock ultracinquantenni tutti i dischi da te citati qui (a parte Bowie e Pink Floyd) non esistono: la musica si è fermata nel 1982 al massimo.

    Le cose nuove e belle ci sono, il fatto che a noi non piacciano o che non ci interessi fare lo sforzo di cercarle dice molto più su di noi che sullo stato della musica.

  3. Probabilmente avete ragione,
    ma che fatica stare dietro a centinaia di gruppi nuovi che sotto sotto penso siano una (spesso brutta) copia di qualche altro gruppo che c’è già conosco… Per cui ci ho rinunciato.

    Comunque non è vero che non mi piace la musica di oggi, tra quelli citati da Evil Monkey il Poporopopopopo dei White Stripes è stata la mia canzone preferita dell’estate del 2006 😉

  4. Ripensandoci, a parte i nomi di gruppi che ognuno potrebbe fare i suoi 1000, credo che la novità più importante degli “anni 2000” a livello musicale siano stati i “Talent Show”; molto spesso chi (come me) è tarato su un certo genere di musica quasi se ne dimentica, ma questi programmi hanno condizionato l’industria musicale ben più di quanto abbia fatto internet…

  5. Concordo pienamente.
    Ed il partecipante al talent show è l’immagine perfetta di quello che è il musicista di oggi. (non so se vale per tutti ma che vale sicuramente per XFactor, che conosco bene – bisogna studiare il nemico no :)):
    non deve saper suonare uno strumento, non deve saper scrivere un pezzo o conoscere la musica, non deve avere un gruppo proprio o aver fatto una propria gavetta,sui palchi (due su tre non si sono mai esibiti in pubblico, nemmeno nel salotto di casa loro). Il partecipante è uno strumento in mano alla “produzione” che lo veste, lo inquadra all’interno di un genere, gli tira fuori la sua personalità, gli scrive canzoni, lo lancia e poi, appena il vento tira da un’altra parte, lo butta via.
    L’avevo già detto qui https://www.saluzzishrc.com/2012/11/manifesto-futurista-del-nuovo-shrc/, non che prima non fosse la produzione a decidere il successo o meno di un artista, ma almeno interveniva nella fase di lancio sul mercato, lasciando quella di scelta del genere e dello “stile” e scrittura delle canzoni al singolo artista che poi veniva scoperto su un palco vero, dove la gente era venuta ad ascoltare lui, e non su quello “riprodotto in laboratorio” del Talent.

  6. I talent show non hanno nulla a che vedere con la musica diciamo “rock” per brevità, sono solo la versione attuale del Festival per le Nuove Voci di Castrocaro (o come diavolo si chiamava)
    Tutte le musiche “nuove” non sono mai nate in quei posti lì, ma nelle cantine e nei garage (e ultimamente nei laptop)
    Come ho già detto prima, ridomando scusa, ma cercare la musica nuova nei talent show dice molto di più su come siamo diventati noi che su come è diventata la musica.

  7. Nessun dubbio che abbiano poco a che vedere con la musica “diciamo rock”. Però il mercato, e di conseguenza anche il “gusto” di tante persone lo hanno condizionato eccome. Mi ripeto, li considero talmente poco che spesso me ne dimentico, però se si parla di trasformazioni in senso assai generale, bisogna ricordarsi anche di loro, almeno da un punto di vista assai “pratico”.

    Concordo che non è lì che si possono trovare novità “artistiche” interessanti.

  8. Partendo dal presupposto che dell’attualità musicale me ne frega poco e niente (e questo soprattutto perchè quando mi capita di ascoltare qualcosa su Mtv o radio varie della musica che passa oggi penso sempre la stessa cosa, ovvero: “che merda sta canzone!”), io continuo ad essere dell’idea che comunque se da una parte la musica “diciamo da classifica” è sempre esistita, dall’altra la musica “diciamo Rock” fino a qualche tempo fa aveva un riscontro di pubblico molto maggiore di oggi.
    E se la casalinga di Voghera quarant’anni fa aveva almeno sentito nominare una volta i Beatles o Jimi Hendrix (ed anzi probabilmente conosceva anche qualche ritornello canzone), e la figlia della casalinga (anche lei casalinga di Voghera) vent’anni fa aveva sentito nominare i Nirvana o i Pearl Jam o i Blur (ma probabilmente non conosceva nessuna canzone), la nipote della casalinga oggi i Black Keys o i Giardini di Mirò non sa neanche che cosa sono.
    Ma so già che su questo non saremo mai d’accordo 🙂

  9. Giusto, non saremo mai d’accordo 🙂
    A mio parere i talent show sono la versione attuale di cose sempre esistite, dalle quali nsacevano Orietta Berti, Christian e Sandro Giacobbe, mica gli Area e la PFM.

    Mettere insieme invece Beatles, Nirvana e Giardini di Mirò, che senso ha?
    Se vuoi paragonare qualcuno ai Beatles, mettici i Duran Duran negli anni ’80, i Take That negli anni ’90, etc.

    Ovvio che la casalinga di Voghera non ha idea di chi siano i Giardini di Mirò, come non aveva idea di chi fossero i Carnival of Fools negli anni ’90, i Diaframma negli anni ’80 e gli Stormy Six negli anni ’70.
    (Tra l’altro, tolti i Beatles credo che la casalinga di Voghera non avesse mai sentito nominare nè Hendrix nè Pearl Jam o Blur, al limite i Nirvana ma solo perchè Cobain si è sparato.
    I Black Keys, nojn ho idea io di chi siano…)

    Il riscontro di pubblico maggiore, boh, può essere, ma cosa c’entra con la qualità?
    Certo che se della musica di oggi si dice, pensa e scrive “che merda sta canzone” è strano poi lamentarsi del fatto che meno persone se ne interessino…
    🙂

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