Un anno + 7 tendenze = 2013

Tendenze Musicali 2013

Termino il riepilogo del 2013 musicale, iniziato con il post sulla Dead Poet Society e proseguito con gli album più belli e gli eventi mondani più cool, con una piccola riflessione su quelle che sono state le tendenze (non dico mode perché il concetto di “moda” è ormai passato di moda 🙂 ) di quest’anno.

Continuando il gioco di parole, dato che una delle mode del momento è quella di fare classifiche di ogni tipo, ho numerato le tendenze per far sembrare il post una classifica, anche se in realtà l’ordine (a parte la numero uno, naturalmente) è abbastanza casuale.

7 Spotify

spotify tendenze musicali 2013

Il 12 febbraio 2013, preceduto da un grande rumore mediatico, Spotify, il più importante sito di musica in streaming “legale”, è approdato nel nostro paese.

Dato che lo conoscevo già grazie a mio fratello che all’epoca viveva in Olanda, mi sono interessato subito al servizio ma devo dire che inizialmente aveva diversi problemi.

Innanzitutto per ascoltare la musica dovevi installare sul tuo computer un programma talmente invasivo che ricordava il peggior Norton Antivirus di qualche anno fa. Per accedere, poi, dovevi loggarti con il tuo account Facebook autorizzando automaticamente a far sapere a tutti i tuoi amici (compreso il tuo datore di lavoro che ti ha chiesto l’amicizia sotto sotto per controllarti) che passavi le giornate in ufficio ad ascoltare i Death SS, i canti della resistenza antifascisti o i dischi di Apicella.

Dopo un interesse di qualche giorno, quindi, ho deciso che non faceva per me.

Ci sono tornato da poco a seguito di un’altra campagna massiccia in cui il sito si vantava di aver tolto il limite di ascolto anche per gli utenti free, ed effettivamente l’ho trovato migliorato: la musica si può ascoltare da web player ed accedendo con l’account Facebook il controllo della condivisione delle informazioni è diventato molto più facile da gestire.

Sono profondamente convinto che Spotify diventerà uno degli standard dell’ascolto musicale in streaming: dentro c’è veramente di tutto e se poi è vero che ascoltando la musica che ti piace contribuisci a dare qualche spicciolo agli artisti… perchè no.

6 l’Hip Hop

rap-italiano

Impossibile negare che il 2013 musicalmente è stato dominato dall’Hip Hop. La maggior parte delle nuove proposte di quest’anno, infatti, erano rapper.
Certo, definire l’Hip hop un genere nuovo fa un po’ specie dato che, senza scomodare gli americani (che rappano dai tempi di Washington), qui da noi gli Articolo 31 o Frankie Hi-Nrg facevano tormentoni da classifica già negli anni ’90.

Comunque, anche se non sono uno di quelli che ha i poster di Mondo Marcio o di Marracash in camera, sono comunque contento di questa tendenza.

Sono contento perchè da una parte posso finalmente tornare ad interpretare la realtà catalogandola con facili etichette (per tutti gli anni 2000 – a parte forse la breve parentesi patetica degli Emo – non era mai esistito un genere musicale caratteristico dei tempi attuali – di questa cosa ne avevo già parlato in questo post).

Dall’altra perchè comunque per rappare è richiesta un minimo di abilità di dizione, e per improvvisare versi in rima qualche parola la devi conoscere, senza contare che è praticamente impossibile scrivere un testo rap per qualcun altro, quindi i rapper si scrivono i testi da soli.

A differenza del pop “defilippiano” dove il cantante é semplicemente uno strumento in mano alla produzione, quindi, almeno in questo caso, pur restando il rapper nelle mani del business musicale, la “selezione” avviene tenendo minimamente conto delle abilità dell’artista.

5 Leggeri miglioramenti di un settore in grossa crisi

festival sanremo 2013 tendenze musicali 2013

Questa è più una sensazione personale che una tendenza oggettiva (e per questo passibile di critiche).

Nella decadenza generale a cui stiamo assistendo, però, trovo che nel 2013 abbiamo assistito a dei piccoli passi avanti.

Gli esempi sono tanti: dell’Hip Hop e dell’obbligo di un minimo di dimestichezza per farlo ne ho già detto al punto precedente.

La scorsa edizione del Festival di Sanremo, poi, quella di Fazio e della Littizzetto, da un punto di vista della qualità delle canzoni, è stata quasi sorprendente e se il Festival non avesse passato gli ultimi anni a sotterrare la propria credibilità musicale, la raccolta dei brani del festival sarebbe potuta essere uno degli dischi più interessanti per la musica “leggera” di quest’anno.

Anche dai talent sembrano arrivare piccole novità: a dicembre 2012 ad X-Factor, per la prima volta da quando ho memoria, ho visto una gara canora vinta dal concorrente palesemente più bravo di tutti (in genere i più bravi nella mia vita li avevo visti arrivare al massimo secondi). Una volta uscita dal talent, però, l’immagine di Chiara, questo il nome della vincitrice, è stata gestita talmente male da farla confondere con le solite schifezze da talent e farla lentamente dimenticare.

Nell’edizione di quest’anno, poi, l’accento era tutto spostato sulla capacità dei partecipanti di saper suonare uno strumento, sul conoscere la musica e sulla “gavetta” che avevano fatto suonando nei locali, qualità che fino all’anno scorso sarebbero stati degli handicap (un paradosso della musica moderna: se vuoi partecipare ad un talent meno ne sai di musica e meglio è).

Persino Maria De Filippi fa vincere i suoi talent ad Emma (che se non altro sa suonare la chitarra) o a Moreno (che è un rapper che si scrive i testi da solo). Una rivoluzione.

E se da una parte le televisioni musicali “istituzionali” si occupano sempre meno di musica preferendo trasmettere serie ed altre nefandezze americane di ogni tipo (altro paradosso della musica moderna: i canali musicali trasmettono tutto tranne che musica!), dall’altra sono nati Sky Arte e Rai 5 che hanno reiniziato a portare la musica seria in televisione in fasce orarie di punta. Musica per le mie orecchie!!

Insomma, sebbene i segnali siano ancora deboli e c’è ancora molto da fare, mi sembra che nel 2013 ci sia stata un’inversione di tendenza ed un timido tentativo di tornare a preferire il migliore al peggiore, il più bravo al meno bravo.

Una cosa che potrebbe sembrare scontata ma che in questo mondo alla rovescia non lo è affatto.

4 Legalized

PeterTosh-LegalizeIt tendenze musicali 2013

Questa non è una tendenza musicale vera e propria ma una novità su un tema molto caro alla musica degli ultimi quaranta anni.

Nel 2013 prima l’Uruguay e poi lo stato americano del Colorado hanno deciso di legalizzare, seppur regolamentandola con regole ferree, la vendita ed il consumo di mariuana.

Fin quando parliamo di Uruguay, pur facendo un certo effetto, una notizia del genere lascia comunque il tempo che trova, ma quando lo fanno gli ammericani, che sono gli apripista delle tendenze della civiltà occidentale, possiamo star sicuri che la cosa avrà qualche ripercussione anche da noi.

Puntuale come un orologio svizzero, infatti, dopo qualche giorno è iniziato un dibattito all’amatriciana sulla legge Giovanardi sui pro ed i contro della legalizzazione dell’erba.

Al di là di quello che accadrà, è comunque un cambiamento epocale rispetto alle politiche di chiusura a priori alle droghe leggere che c’erano sempre state prima.

3 gli Anni ’80

80s are back tendenze musicali 2013

Agevolato dal vendutissimo (e ben fatto) Random Access Memory dei Daft Punk, nel 2013 è esplosa una vera e propria mania per gli anni ’80 e per suoni, immagini ed eroi prodotti dal “decennio di plastica”.

Dato che questa tendenza è stata ben chiara fin dal momento del suo manifestarsi (più o meno questa estate), gli ho già dedicato un post ad hoc: QUESTO.

2 Edizioni Deluxe

johnmartyn

Tendenza in voga già da qualche tempo ma che quest’anno è diventata una vera e propria mania.

Frutto del nostro bisogno di idolatrare oggetti terreni ed agevolate dal fatto che i dischi degli anni 60 e 70 (quelli che vendono sempre, insomma) stanno compiendo 40 anni, le edizioni Deluxe, che vanno da edizioni con un disco extra fino a cofanetti maniacali che contengono 5-10-20 CD o LP, uniscono la possibilità di conoscere ed ascoltare cose nuove sui nostri album preferiti ad avere un bell’oggetto da tenere in casa.

Di base non sono contrario a queste edizioni, anzi, ne ho diverse di cui sono soddisfatto (una per esempio è l’edizione per il 40° anniversario di Aqualung dei Jethro Tull che trovo veramente ben fatta), parlando però di oggetti dal costo che oscilla tra i 40 ed i 150 euro mi aspetto di avere edizioni di un certo livello e non delle scatole colorate piene di roba accozzata alla rinfusa con l’unico scopo di ricavare qualcosa in più dalla vendita di un album (cosa a cui invece a volte assistiamo).

Per quello che mi riguarda, un problema frequente delle ristampe in vinile, soprattutto per gli album concepiti per il CD, è che per far entrare un album della durata di 60-70 minuti in un LP si è costretti a scegliere il formato del doppio disco che ha però una capacità di 90 minuti. Risultato: vinili con due o tre brani per lato che devi continuamente alzarti per cambiare.

Se c’è qualche discografico che legge, quindi, ve lo chiedono le mie gambe: in questi casi tagliate qualcosa dell’originale e fate un LP singolo, oppure chiamate l’artista ad aggiungere una ventina di minuti di musica in più per riempirne due (e creare una nuova versione del disco che, quella sì, sarebbe unica e varrebbe la pena di avere).
Grazie!

1 i Vinili

Vinili e ancora vinili tendenze musicali 2013

Ebbene sì ragazzi, il primo posto va naturalmente alla rinascita incessante e trionfale del vinile, supporto che proprio in questo periodo sta avendo una seconda giovinezza e che nel 2013 ha visto moltiplicare esponenzialmente le attenzioni mediatiche.

E lo dico con non poca soddisfazione dato che, quasi due anni fa, ho iniziato questo blog proprio per parlare della mia passione viscerale per questi dischi neri.

La riprova diretta di questa tendenza è il post di questo blog:

10 motivi per cui preferisco i vinili

che, a fronte dei 2-3 like su Facebook che in media collezionano i miei post (di cui almeno uno mio e l’altro di mia moglie quando la obbligo a farlo 🙂 ) in questo momento vanta la bellezza di 1700 likes (non so se mi spiego!).

Continuo ad essere convinto che il vinile per la qualità di ascolto che offre e per il livello di attenzione che richiede (perché non possono fare sempre tutto gli altri, dobbiamo metterci un po’ di impegno anche noi) sia uno dei modi migliori per ascoltare musica.

Lunga vita al vinile, lunga vita alla musica.

2 commenti

  1. Spotify su PC fisso non è male, lo uso abbastanza spesso per ascoltare, magari anche di sfuggita, tutta quella valanga di roba che “mi manca” e che forse mai possiederò.
    L’hip hop, piaccia o no, è da qualche anno che spadroneggia, ora anche in italia; se può riavvicinare i giovanissimi (14-15 anni) ad un qualcosa di musicalmente “personale”, indipendente, appassionante culturalmente ben venga; non so giudicare se può essere così.
    Io nutro sempre i miei dubbi personalissimi, s’intende, sulla “rinascita” del vinile. E’ un vinile di facciata, non essenziale, trendy, chic…non è quello che piace a me, ma pazienza… spero che questa tendenza porti almeno ad una parallela “rinascita” di negozi al di fuori delle solite mega-catene. Ma lo dice uno che per primo compra un sacco in rete…mea culpa?
    Da ultimo: io vi invidio un sacco voi che riuscite a fare “classifiche”, a calendarizzare eventi, a tenere memoria a breve termine. Per me gli ultimi 3-4 anni sono un lungo periodo indistinto..
    Bravo!

    • Grazie Evil,
      anche per me la “memoria a breve termine” musicale è una dote che sto sviluppando da poco per cercare di fare qualcosa di nuovo per questo blog 🙂

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