Il post di questa settimana doveva essere dedicato alle collaborazioni tra Eric Clapton e Mark Knopfler, post pensato dopo aver ascoltato lo spettacolare assolo di Knopfler su Sunshine of Your love dei Cream (WOW!!) che ho trovato sul bootleg Beetle-Clasher.
Dopo oltre una settimana di ricerche sul web, ma anche su copertine di album e libri, però, ho trovato questo speciale fatto dal sito ericclapton.it che approfondiva molto bene l’argomento.
Il mio post era diventato un doppione per cui ho deciso di non pubblicarlo.
Dato che stanno per arrivare pasque, ponti, record store days e pasquette varie e non so quando riuscirò a postare di nuovo, ho deciso di scrivere in fretta e furia qualcosa partendo da un passaggio di un intervista di Federico Zampaglione sul nuovo album dei Tiromancino che mi ha colpito:
“Sono tornato perché oggi ho trovato un mondo della musica migliore, so che nn lo dice mai nessuno. C’è stato un momento in cui era veramente insostenibile: tutti piangevano per la storia di internet che avrebbe mandato in rovina la discografia. Era un po’ come il grossista di cavalli che piange perché hanno inventato le automobili. Qualsiasi discorso veniva concluso dalla frase: “Ormai ci hanno rovinato!”. Approcciarsi ad un disco con questo piagnisteo di sottofondo, non sarebbe stato possibile per me quindi ho preferito dire basta.” (Preso da qui)
A pensarci bene Zampaglione ha ragione ed in questi primi mesi del 2014 abbiamo assistito ad un numero impressionante di nuove uscite sia di vecchie glorie che di nuove proposte.
Volendo capire se effettivamente ci troviamo di fronte ad un nuovo Rinascimento Musicale, ho passato qualche giorno ad ascoltare un po’ di nuove uscite che Spotify mi proponeva in base ai miei gusti.
All’inizio era esaltante, poi dopo un po’ ho iniziato ad avvertire che qualcosa non andava.
Sebbene siano molto ben fatti, tutti gli album che ho ascoltato (un centinaio – la musica ce l’ho come sottofondo in ufficio ed ogni giorno mi sparo almeno 6 o 7 dischi) erano sostanzialmente “grigi”.
Mai qualcosa “fuori dalle righe”, qualche trovata che ti fa pensare: ‘però, senti cosa si sono inventati?‘, mai un motivetto che ti resta impresso o un ritornello che ti entra dentro, un assolo memorabile, una citazione colta, qualcosa che richiami l’attualità e contestualizzi storicamente l’album.
Niente.
Bella musica completamente piatta.
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Io sarei l’uomo più felice del mondo se si smettesse di celebrare il passato per ricominciare a fare e ad ascoltare musica del nostro tempo ma direi che ancora non ci siamo.
La storia insegna che per far sì che una musica segni il proprio tempo servono delle icone, servono fazioni opposte che si fanno la guerra a colpi di dischi, servono inni generazionali che riempiono gli stadi e canzoni che chiunque ha cantato almeno una volta nella vita.
C’è bisogno dei tormentoni estivi, dei ‘mostri della tecnica’ e di quelli che ‘tecnicamente non sono un granché ma che hanno un sound…’, c’è bisogno degli sperimentatori, e di grandi leader trascinatori di folle.
Servono i viaggi con gli amici per raggiungere il concerto più importante degli ultimi 20 anni e la canzone che ‘ascoltavamo quando ci siamo conosciuti…’
Insomma c’è bisogno di una musica la cui importanza e la cui bellezza sia condivisa dalle persone che vivono in quel periodo.
Fin quando l’offerta musicale continuerà ad essere fatta da migliaia di dischi grigi che nessuno conosce sarà molto più facile continuare a sognare ascoltando una fantastica versione di 17 minuti di Sunshine of your Love alla Royal Albert Hall con un mega assolo di Mark Knopfler! 🙂
Ma guarda, io su spotify vedo del grigio, ma ci sono anche tante cose intetesanti (su spotify, ma pure in ‘concreto’). Due nomi veloci veloci da approfondire, Samsara Blues Experiment e Uncle Acid and the Deadbeats. Poi, questi poveretti suonano nel 2014, alla fine la chitarra elettrica è poi sempre quella…piuttosto gli si potrebbe imputare di latitare un po’ dal punto di vista del ‘messaggio’, della parola e in generale del canto.
Ma di sound ottimi ce ne sono parecchi.
Ciao Evil, io non dico che non ci siano sound ottimi, anzi… paradossalmente ce ne sono troppi e non c’è un contesto che li possa valorizzare. Se abbiamo a disposizione 40 miliardi di album e nessun filtro, la probabilità che due persone finiscano sullo stesso album è nulla. E fare il disco più bello della storia dell’uomo e non avere nessuno che lo ascolta equivale a non averlo fatto. Questa cosa secondo me influenza molto la qualità della musica che viene fatta, al massimo può suonare bene… ma finisce lì
per fare tutto quello di cui parli serve una cosa sola: avere vent’anni.
non scordare che noi non ce li abbiamo più, ma qualcun altro sì
io ho venti anni!
Leggere una considerazione del genere rilasciata dal tizio dei Tiromancino mi fa sorridere, dato che proprio quel gruppo lo considero come un gatto rognoso aggrappato alle… 😀 Ovviamente la mia è solo una provocante opinione, ma sulle tue restanti considerazioni relative alla condizione della musica sono d’accordo al cento per cento. Ma non tutto è perduto, forse… Buon Record Store Day anche a te!
Bah.. non ti preoccupare, anche io non che sia un grande fan dei Tiromancino quindi puoi infierire 🙂
La considerazione però l’ho trovata interessante: finalmente il mercato musicale ha trovato un suo nuovo equilibrio economico, adesso si deve lavorare per trovare un nuovo equilibrio “artistico”. Anche io spero che non tutto sia perduto anche se c’è bisogno di aggiustare un po’ il tiro.
‘rinascimento musicale’ a me ascoltatore suona un po’ eccessivo, in effetti; mi auguro che sia così per gli artisti, io non so, non posso giudicare. Il fatto che ci siano tanti alvum grigi non credo sia colpa diretta delle nuove tecnologia, quanto al massimo dell ispirazione di chi li compone. Però la tecnologia ci da più possibilità rispetto ad anni fa di ascoltare anxhe questi grigi. Del resto è poi sempre stato così: pochi alvum che vendono moltissimo e una pletora di LP che nessuno ascoltava. Perché se oggi i dischi dlla Vertigo valgono oro è perché all’epoca se ne vendevano 20 – 30 copie al massimo. Forse quelli non erano tanto grigi (ma di robaccia ne è uscita anche per la Vertigo). Io scrissi in un mio post che Spotify a suo modo è ‘egalitario’ trovi il bello accanto al brutto senza troppe distinzioni, per me queato è un pregio, pur se a volte ci sembra di affogare nella medieta’;la medieta’ (che non è sinonimo di mediocrità) spesso è anche il carattere discriminante delle democrazie.
Ciao a tutti e Auguriiiiiii
Ma io non dico che dobbiamo togliere la possibilità a chiunque di esprimersi con la musica, ci mancherebbe.
Dico però che è altrettanto democratico che i migliori vengano a galla ed abbiano la loro gloria.
Facendo un paragone calcistico, tutti abbiamo il diritto di fare la partitella a calcetto del martedì ma solo i 22 migliori si meriteranno di giocare al prossimo mondiale.
La medietà di cui parli, invece, mette sullo stesso piano centomila persone che giocano una volta al mese a calcetto e Mario Balotelli.
E chi ci rimette, alla fine dei conti, è la nazionale che non riesce a capire e a far giocare l’attaccante migliore e perde il mondiale.