La passione dei dischi in vinile, e della musica in generale, è fatta di esperienze “sensoriali” non misurabili scientificamente.
Questo fa sì che su qualsiasi argomento vinilico esistono centinaia di discussioni su internet dove schiere di appassionati difendono una tesi e la sua contraria al grido di: “fidati che è meglio quello che dico io!”.
Suona meglio il vinile o il CD (una volta se ne parlava anche in questo blog)? Sono meglio i Pink Floyd di Syd Barrett o di David Gilmour? i Beatles o i Rolling Stones? Gli U2 di War o quelli di Joshua Tree?
Vogliamo parlare dei metodi per lavare i dischi?
Il vinavil per alcuni è la panacea per altri il diavolo, l’alcool isopropilico pulisce o rovina i dischi? (non si è capito). Avete infine qualche ora da perdere? Cercate le discussioni sui cavi degli impianti hi-fi (avete letto bene: si parla di cavi e la gente ci si ammazza)
Finora su una cosa però tutti gli appassionati sono più o meno d’accordo, quello che qualsiasi ascoltatore di dischi deve possedere una spazzola per togliere la polvere sui dischi. Per spazzola si intende un oggetto setoloso da passare sul disco prima di ascoltarlo.
Le spazzole prodotte da Vinyl Brushes sono pronte a minare anche questa certezza.
Vinyl Brushes è un’azienda italiana che produce spazzole per vinili di alta qualità. Basta fare un giro nel loro sito per capire come la loro idea è quella di abbinare l’accessorio per vinili ai concetti di cura per la realizzazione, di personalizzazione del prodotto e di “green”.
Al corpo della spazzola, che può essere scelta in legno di noce oppure di ulivo (già questo è indicativo di cosa stiamo parlando), viene applicato un panno di velluto antistatico colorato.
L’effetto quindi non è quello di “spazzare via la polvere dal disco” ma quella di “pulirlo con un panno”.
Nella esperienza con Vinyl Brushes ogni dettaglio è personalizzabile: puoi scegliere il legno, il colore del velluto, puoi incidere il tuo nome o scrivere qualsiasi cosa sul dorso…
A questo si aggiunge che il packaging è bellissimo e totalmente plastic free e che lo puoi avere a casa in pochissimo tempo. Non da ultimo è da apprezzare che l’azienda è fatta da giovani italiani che cercano di proporre cose nuove in un momento difficile come questo.
I ragazzi che lo producono ce ne hanno inviata gentilmente una in prova e nonostante sia diversa dalla maggior parte delle spazzole che si trovano in commercio (ma questo non necessariamente è un male), ci è sembrata un prodotto decisamente valido.
La spazzola è morbidissima e aderisce molto bene sul disco permettendo di gestire meglio la forza da applicare nei casi di dischi molto impolverati.
Come dicevamo all’inizio, con questo articolo vorremmo anche dare il nostro piccolo contributo alle risse virtuali a cui ci sta abituando internet:
ma è meglio la spazzola setolosa o quella vellutata?
Quando è arrivata, la spazzola è stata “unboxata” (guarda che termini mi tocca usare!) da Jenni di Vinile Perfetto che ne ha fatto anche un video visibile sulla pagina FACEBOOK QUI oppure sul nostro profilo INSTAGRAM:
Fateci un giro, ci trovate lì